art75.html-"il manifesto" del 12 Giugno 1999  
il manifesto
12 Giugno 1999 
 

Guerra al diritto

La Costituzione mondiale violata, il diritto bombardato in nome dei diritti. Un inserto speciale per un primo bilancio sul danno della guerra


- PIETRO INGRAO - 

C itiamo dal Corriere della Sera di mercoledì 9 giugno, e riguarda la guerra della Nato contro l'ex Jugoslavia: "Con l'intervento dell'Onu si ricostruisce un percorso di legittimità. Fondamentale. Torniamo alle formulazioni del summit di Washington: l'azione unilaterale della Nato non può essere la regola. Un'eccezione, anche dolorosa, di fronte a catastrofi umanitarie". Sono parole del Presidente del consiglio italiano Massimo D'Alema. Da esse risulta che la guerra della Nato è un atto d'"eccezione", non rimanda ad alcuna fonte di legalità riconosciuta: né alla Costituzione italiana, né alla Carta dell'Onu, e nemmeno alla Carta atlantica, come ancora una volta torniamo a dimostrare nelle pagine che qui seguono. E' un'eccezione a questi patti: dunque una violazione. Lo conferma oggi in pubblico - e senza rossore - un uomo di governo che ha condotto e gestito per 78 giorni l'attacco armato. Se in questo paese un Tizio per strada mette le mani nel borsello di una signora viene ammanettato e chiuso in carcere. Quale sanzione esiste per chi governa e fa eccezione alla legge (viola la legge: si può dire così?) non già mettendo le mani in un borsello o rubando nelle casse dello Stato, ma conducendo una guerra vietata in Costituzione, anzi facendo del suolo di questo paese la base principale e necessaria per l'attacco armato che ha ucciso migliaia di inermi, raso al suolo case, fabbriche, scuole, ospedali?

 E quale "eccezione" si può pensare che sia più lacerante e più grave di questa che riguarda la vita e la morte e per lunghi anni la sorte di nazioni? Che dire di chi si arroga questo potere di eccepire sull'uccidere collettivo? E che senso avrà in un paese la legge - il vincolo pattizio e comunitario - se sopporta l'eccezione addirittura sul potere di massacro? Non era quello sulla guerra e sulla pace il vincolo primo e più geloso, già quando ancora non esistevano le armi di sterminio che ha inventato questo secolo?

 In ogni modo che succede ora che il Presidente del Consiglio ha confermato la bruciante "eccezione" sulla guerra? Non succede nulla. Il Presidente della Repubblica è tranquillo. Il Parlamento tace. Le Corti addette alla garanzia della legge non emettono neppure il più lieve sospiro.

 Comprendo come ciò sia incoraggiante per chi ha gestito e vinto questa "eccezione", e come sia pacificante per le coscienze che ora venga il timbro dell'Onu, cioè - per capirci - dei 4 o 5 Grandi più armati del mondo, con la firma tremula del patetico Kofi Annan.

 Ma voi che comandate non dovete credere che siamo ignari e sciocchi. E' vero: le norme vigenti in questa società non entusiasmano l'animo nostro. Ma che non ci debba essere licenza di uccidere lo abbiamo imparato dolorosamente in anni, in cui ardeva un'altra guerra sull'intero globo. E non a caso noi combattevamo da una parte.

 L'assillo di controllare le norme e le "eccezioni" sull'uccidere coloro che chiamiamo nostri simili (fossero pure sotto la macchiata bandiera di un qualche Milosevic) - ecco, ciò ci viene da quei giorni, ed essi furono tali che non è facile sradicarli dalla mente. Infine, si tratta di ciò che significa, al termine del secondo millennio, la guerra di massa. E' cosa troppo materiale e bruciante per lasciarla ai traffici e alle "eccezioni" dei potenti della terra, si chiamino essi Clinton o altri, d'Occidente e d'Oriente.

 Non riuscirete ad ingannarci. Non ci conquisterete alla nuova dottrina dell'ingerirsi "umanitario" con le bombe. Siamo pochi a dubitare della possibile e feconda "bontà" dell'assassinio di Stato? E' da verificare. Anche altre volte all'inizio eravamo pochissimi, addirittura clandestini.