Esposto contro la tradizione goliardica ritenuta "eccessiva": «Certe vignette superano il comune senso del pudore»

«Censurate quei papiri osceni»

È polemica sui disegni satirici "boccacceschi" esposti al Bo' dagli amici dei laureati - L'Associazione Difesa Famiglia si appella al rettore, al sindaco, al questore e ai carabinieri

Nel '500 i germani facevano di peggio

Tra alterne vicende, contenuti e modi che sono evidentemente mutati nel tempo, la storia dei papiri a Padova è comunque secolare. La sua origine si perde nei tempi esattamente come quella di festeggiare l´approdo alla laurea nel segno dell´eccesso, a volte del gesto anticonformista o decisamente fuori dalle regole della buona educazione. C´è chi ricorda, ad esempio, che nel Cinquecento gli studenti germanici si spingevano fino ad urinare nelle acquasantiere. E che i toscani si lasciavano ad andare a commenti capaci di far arrossire le educande.

Luca, 110 e lode in Ingegneria, sfoggia un fallo da far invidia a Priapo. Antonio, fresco dottore in Agraria, l´ha sostituito con un missile Cruise. Per non parlare dei seni titanici di Antonella, dottoressa in Lingue. O del sedere di Valeria, Scienze Politiche, degno di Venere callipigia. «Basta» sostiene l´associazione Difesa Famiglia, nata nel 1975 per difendere la moralità pubblica, sede nella parrocchia di San Daniele. Il movimento lancia una crociata contro i papiri di laurea indecenti: disegni che non lasciano spazio all´immaginazione corredati da parole più o meno in rima che in certi casi verrebbero censurate anche da una rivista per soli uomini.
Alcuni padovani, in effetti, giudicano lo spettacolo poco edificante. In occasione delle varie sessioni di esame, i muri esterni del palazzo del Bo' offrono alla vista dei numerosi passanti una varietà cartellonistica che non sempre riscuote gradimento o suscita sorrisi divertiti. Aumenta il numero dei cittadini che mugugnano, che ritengono oltrepassata la soglia del proprio buon gusto, che protestano. «Per questo - dice il presidente dell´associazione, Gerardo Viscidi - abbiamo preso carta e penna e scritto al sindaco, al questore, al rettore dell´università, ai carabinieri. Perché i padovani che si lamentano sono tanti. Sarebbe ora di mettere fine a questa storia, di fare qualcosa». Sia chiaro: non è la tradizione storica del papiro ad essere messa in discussione, non lo spirito goliardico. «No, la nostra è soprattutto una battaglia contro l´indecenza e la volgarità, in difesa dei valori».

Si legge nella lettera: «In questi giorni il centro è tappezzato di papiri relativi alle lauree, la maggior parte dei quali offende sfacciatamente il comune senso del pudore. Questa vistosa esibizione di immagini oscene è una grave offesa non solo nei confronti degli adulti, ma anche e soprattutto nei riguardi dei minorenni costretti a vedere simili oscenità. La cosa non fa certo onore ad una città e tantomeno ad una università che sono famose per nobiltà di cultura e di tradizioni». La denuncia del gruppo si spinge oltre, a tutta la coreografia delle feste di laurea: «Non fanno onore neppure i riti umilianti a cui vengono sottoposti i neo-dottori, costretti a percorrere le vie del centro seminudi, fra un codazzo di amici e canzoni volgari».

Prosegue il movimento: «Come cittadini ci chiediamo che affidamento possono dare questi laureati, che saranno i nostri futuri dirigenti, professionisti, insegnanti...». Inoltre, «è chiaro che questi papiri rientrano in quei disegni, immagini o altri oggetti osceni che vietano di esporre sia l´articolo 528 del Codice penale sia il decreto legislativo numero 170 del 24 aprile 2001, operativo dal 29 maggio, che vieta l´esposizione al pubblico di giornali, riviste e materiale pornografico». L´associazione Difesa Famiglia invita quindi le autorità «a prendere gli opportuni provvedimenti, ciascuno secondo i propri poteri, facendo ripulire la città da queste lordure». Si attendono risposte.


da Il Gazzettino di Padova, 30/11/2001