Giornata Internazionale per le donne e le ragazze nella scienza – 11 Febbraio 2018
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito l’11 febbraio la “Giornata Internazionale per le Donne e le Ragazze nella Scienza” per promuovere l’uguaglianza di genere e per far sì che donne e ragazze ottengano parità di accesso e partecipazione nella scienza.
In occasione di questa giornata, le donne attive nella ricerca nel Dipartimento di Fisica e Astronomia, insieme alle colleghe della sezione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) di Padova e dell’Osservatorio dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) si sono ritrovate per una foto di gruppo nelle due sedi di Via Marzolo e di Vicolo dell’Osservatorio.
Questa giornata è anche un’occasione per riflettere sulla presenza femminile in Ateneo. Come si nota dal grafico sottostante (Fonte: Bilancio di Genere 2016 dell\’Università degli Studi di Padova), nonostante le iscritte e le laureate dell’Ateneo Patavino siano in maggioranza rispetto agli uomini, con l’avanzare dei livelli di carriera si verifica una netta inversione di tendenza (linee tratteggiate), con un minimo di presenza femminile ai vertici. Al Dipartimento di Fisica e Astronomia si osserva un divario di partenza, con solo un 30% di iscritte, divario che, in linea con l’andamento di Ateneo, aumenta fino a registrare un valore inferiore al 5% di donne nel ruolo di professore di prima fascia (linee continue).

Neanche presso la Sezione INFN di Padova la situazione è particolarmente “rosea”: le donne costituiscono infatti il 30% del personale precario e solo un 8% del personale di ricercatori a tempo indeterminato (con nessuna Dirigente di Ricerca). Altro dato particolarmente interessante riguarda l’ultimo grande concorso nazionale bandito dall’INFN. Per i 58 posti da fisici sperimentali, 9 donne sono risultate vincitrici. Per i 15 posti da fisici teorici, il numero di vincitrici diventa pari a 0.
In INAF le percentuali sono decisamente più incoraggianti. Su scala nazionale, infatti, il personale femminile impiegato in ricerca ricopre il 32% dei ruoli. Tuttavia si ritrova anche qui una forte dipendenza tra la presenza percentuale femminile e il livello di carriera, con valori che vanno da un 37% per le ricercatrici di terzo livello, e solo il 19% e 17% per quelle di secondo e primo livello (Fonte: Comitato Unico di Garanzia INAF, A. Iovino, aggiornato ad aprile 2017). La politica di assunzione nelle Università italiane e nel mondo della ricerca non pare sufficientemente attenta alla questione di genere.
A peggiorare la situazione è intervenuta negli ultimi anni la legge 240/10, legge Gelmini, che prevede l\’impossibilità di assumere personale ricercatore qualora il coniuge o un parente fino al quarto grado ricopra una posizione all’interno del medesimo Dipartimento. Un ulteriore inasprimento potrebbe verificarsi a breve con l’applicazione da parte degli Atenei delle linee guida contenute nel recente aggiornamento del Piano Nazionale Anticorruzione, che estende il divieto di assunzione anche al compagno/a. Queste norme, che nascono a seguito di comportamenti non corretti rilevati in alcuni Atenei, nella realtà dei fatti si rivelano fortemente penalizzanti nei confronti delle donne che spesso hanno un avvio di carriera rallentato e si trovano quindi un passo indietro rispetto ai propri compagni (Fonte: Comitato Unico di Garanzia INAF, A. Iovino, aprile 2017).