CMS compie 30 anni. Intervista a Roberto Carlin, Direttore di INFN Padova ed ex Spokeperson di CMS.
In occasione dei 30 anni dell’esperimento CMS (Compact Moun Solenoid), abbiamo intervistato Roberto Carlin, Direttore della Sezione di Padova INFN, Spokeperson della collaborazione dal 2018 al 2020.
Di seguito un breve riassunto di quello che ci ha raccontato e il video dell’intervista completa.
Nel 1992 è stata proposta la “Letter of Intent”, che descriveva il progetto preliminare dell’esperimento CMS come uno dei futuri rivelatori presso l’acceleratore LHC del CERN. Alla proposta hanno partecipato due Sezioni INFN, tra cui Padova, che ha contribuito a proporre una tecnologia per la rivelazione dei muoni che poi è stata adottata dall’esperimento.
Dal 1993, dopo l’approvazione dell’esperimento, è cominciato lo sviluppo dei prototipi e del progetto dettagliato fino ad arrivare, intorno al 2000, all’assemblaggio, prima in superficie e poi in caverna, che è proseguito fino circa al 2008. Nel 2010, 18 anni dopo la proposta, sono stati presi i primi dati.
Nel 2012 CMS, insieme all’esperimento ATLAS, ha annunciato la scoperta del Bosone di Higgs, che era il mattoncino ancora da scoprire dalla teoria usata per spiegare le interazioni fondamentali tra particelle fondamentali, il “modello standard”. La teoria però, pur essendo molto precisa, non spiega alcune cose, per esempio la gravità, il perché siamo fatti di materia e non di antimateria, la massa stessa del bosone di Higgs.
Il lavoro di CMS non è finito con questa scoperta, ci sono stati molti altri aggiornamenti dell’esperimento, si continua a prendere dati, e si continuerà probabilmente, anche con aggiornamenti importanti, fino al 2040 circa.
CMS è una comunità grandissima, composta da circa 3000 fisici da circa 55 paesi di tutto il mondo, anche da Stati Uniti e Iran, India e Pakistan, da Cina e Taiwan, cioè da paesi che tra loro non hanno rapporti sempre amichevoli, ma che lavorano tutti per un unico scopo e in maniera molto efficace insieme. Uno dei punti di forza di questa comunità è la capacità di reagire e di trovare soluzioni in tempi molto brevi, perché gli scienziati sono distribuiti in tutto il mondo, quindi a qualunque ora del giorno c’è qualcuno che sta lavorando e spesso problemi vengono risolti in ore o giorni, anziché in settimane o mesi.
Ci sono moltissimi giovani, circa un migliaio di studenti di dottorato, che partecipano a pieno titolo a questa comunità, molti poi rimangono nell’esperimento, altri vanno a lavorare all’esterno perché sono stati formati in una delle comunità più importanti e più di eccellenza del mondo.
Dopo gli aggiornamenti, CMS è ripartito in primavera, ha fatto un anno di presa dati di prova in seguito all’aggiornamento degli acceleratori, nei prossimi 2-3 anni continuerà a prendere dati e poi si fermerà per fare l’aggiornamento più grosso di tutti quelli fatti finora, che consiste nel rifare circa metà dell’apparato. L’Italia sta dando un contributo molto importante a questo aggiornamento e Padova sta lavorando non solo al rivelatore qui progettato, ma anche ad altri. Come si diceva, poi l’esperimento ricomincerà a prendere dati a intensità molto più grande per almeno altri 10 anni, alla ricerca di nuove scoperte per la fisica delle particelle.