LST1, il primo grande telescopio di CTA rivela una sorgente gamma al primo tentativo
Nel tentativo di rilevare una sorgente di raggi gamma, il prototipo del grande telescopio di Cherenkov Telescope Array, CTA, denominato Large-Sized Telescope LST-1 ha rilevato con successo il suo primo segnale il 23 novembre 2019 osservando la nebulosa del granchio, considerata la candela standard per l’astronomia ad altissime energie.
Le analisi preliminari della prima mezz’ora di presa dati mostrano un segnale altamente significativo, rassicurando le aspettative del team e confermando che il telescopio funziona come progettato. Questi risultati stati presentati nel meeting generale di LST tenutosi a Marsiglia dal 2 al 4 dicembre.
Il team di LST è composto da più di 200 scienziati provenienti da 11 paesi: Brasile, Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, India, India, Italia, Giappone, Polonia, Spagna e Svizzera. LST-1 è stato inaugurato nell’ottobre 2018 e da allora è in fase di messa a punto. Subito dopo l’inaugurazione, il prototipo ha rilevato la sua “prima luce” la sera del 14-15 dicembre, ma questa è la prima rilevazione da una reale sorgente a raggi gamma. LST-1 sarà uno dei quattro LST situati sull’array CTA-Nord del sito esistente dell’Osservatorio del Roque de los Muchachos dell’Instituto de Astrofísica de Canarias (IAC) a Villa de Garafía sull’isola di La Palma, Spagna.
I quattro telescopi LST disposti al centro di una griglia di telescopi osserveranno la componente a più basse energie tra 20 e 150 GeV. Sebbene l’LST-1 abbia una grande superficie riflettente con un diametro di 23 metri, sia alto 45 metri e pesi circa 100 tonnellate, è estremamente agile, avendo la possibilità di riposizionarsi in 20 secondi per catturare segnali gamma da eventi transienti. La possibilità di riposizionamento rapido e la bassa soglia in energia dei grandi telescopi LST sono caratteristiche fondamentali per lo studio di sorgenti di raggi gamma transienti galattiche ma anche per lo studio di nuclei galattici attivi e lampi di raggi gamma (GRB – gamma-ray bursts) in galassie molto lontane.
Il prototipo del grande telesocopio LST-1 dovrebbe diventare il primo telescopio di CTA una volta competata la revisione critica del progetto che decreta lo strumento “formalmente accettato” dall’Osservatorio CTAO (CTAO).
Il prototipo del grande telesocopio LST-1 dovrebbe diventare il primo telescopio di CTA una volta competata la revisione critica del progetto che decreta lo strumento “formalmente accettato” dall’Osservatorio CTAO (CTAO).
Il contributo Italiano a LST è significativo ed articolato. Il Gruppo di Padova (INFN e Dipartimento di Fisica e Astronomia) ha contribuito alla progettazione concettuale del telescopio LST in particolare nella messa a punto del disegno ottico e della superficie riflettente con il Prof. Mosè Mariotti e il prof. Michele Doro del Dipartimento di Fisica ed Astronomia dell’Università di Padova insieme al gruppo del Max Plank Institute di Monaco.
Nella realizzazione del primo telescopio Padova ha costruito parte della meccanica di movimentazione azimutale (carrelli), le funi in fibra di carbonio per il sostegno e l’ancoraggio dell’arco che supporta la camera. Ha anche dato (e sta dando tuttora) un forte contributo alla realizzazione del software e alle strategie di analisi dati, è padovano infatti il coordinatore del software di analisi dati di LST: Dr. Rubén Lopez-Coto, ricercatore del progetto “Fellini” della Sezione INFN di Padova (Marie Skłodowska-Curie grant n. 754496).